La maniglia (termine di origine latina) è un oggetto che, in collegamento con una serratura, consente l’apertura o
la chiusura di una porta. Essa è costituita dall’impugnatura vera e propria, un
mandrino, una molla ed eventualmente una rosetta.
Nel corso del
tempo le varie aziende produttrici
di maniglie, con la collaborazione di personaggi di spicco, hanno messo a punto tecniche di produzione che permettono l’utilizzo
dei materiali più vari, sulla base
dei quali è possibile una classificazione molto dettagliata, forse dispersiva.
Dai cataloghi emerge come l’evoluzione
tecnica e tecnologica abbia modificato progressivamente il design della maniglia, assumendo forme sempre più innovative, così come la tecnologia sta contribuendo a trasformarla
in un oggetto che interagisca con il resto della casa, nell’ottica di una
gestione completamente automatizzata.
In quanto materiale, la maniglia ci
permette di compiere intenzionalmente un gesto simbolico come quello dell’apertura
di una porta, facendoci godere l’incertezza di cosa ci sia al di là attraverso
un’apertura lenta.
Al di là dell’oggetto vero e
proprio, quindi, si nasconde un emblema, così come lascia intuire anche Gaston Bachelard
nel suo saggio ‘La poetica dello spazio’
in cui è dedicata qualche riga anche
alla maniglia.
Con la funzione simbolica di aprire
mondi anche un piccolo oggetto di uso comune come la maniglia assume un ruolo
fondamentale nella storia di ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’ e nel film di fantascienza ‘Passengers’ e la si ritrova nell’arte (persino nei francobolli e nelle copertine di
qualche album musicale).
In quanto oggetto di uso comune, è presente anche nell’immaginario collettivo, attraverso detti popolari e usanze che le attribuiscono i significati (e i numeri) più disparati.
In quanto oggetto di uso comune, è presente anche nell’immaginario collettivo, attraverso detti popolari e usanze che le attribuiscono i significati (e i numeri) più disparati.
Il significato mediato della
maniglia viene sminuito nei loghi delle aziende
produttrici e nelle pubblicità,
riconducendola alla sua condizione materiale e alla funzione per cui è stata progettata.